
Archilei paolo, due le componenti fondamentali della sua pittura: profondità e luce. L'occhio lavora sempre a tutto campo, senza filtri, senza intermediazioni. Il paesaggio è solare, tavolta bruciante nell'ora estiva che esala vapori, nelle ombre immobili degli olivi lontani, nel giallo del grano acceso dai papaveri. Paesaggio di Archilei è una planata dolce per lo sguardo, come lenta e felice discesa verso il mare; paesaggio come festa cromatica, colta, si direbbe, con la verità millimetrica di un occhio fotografico. Le lucentezze salenti dal profondo o le biacche di superficie dei suoi canali sono insieme acqua, riflesso, movimento, luce. Anche i pastellidi archilei corrono sulla stessa euforica scia coloristica, ma l'effetto a intermittenza del pigmento dovuto alla particolare tipologia del supporto non perfettamente levigato, sembra evocare il fascino di un recupero, di una sottrazione al tempo divoratore, che non risparmia luoghi, cose, memorie, che non risparmia neppure le traslucide cromie di una natura morta dai chiari rimandi ai grandi d'oltralpe, che non risparmia, ma già corrode e dissolve, il ricordo stesso delle piccole barche dai vivi colori, tante volte guardate in secco sul lido. Guido Ugolini